Archivio per 15 febbraio 2007

Manifesto

un invito a leggere di Antonio C. 

Ho letto due o tre volte il Manifesto del partito democratico e non sono riuscito a capire che cosa ci sia di nuovo rispetto a ieri o anche a dieci anni fa, quando nacque l’Ulivo, se non che finalmente i dodici saggi hanno fatto un sunto del programma dell’Unione e lo hanno chiamato Manifesto.
In compenso manca un’idea guida, una parola d’ordine, se non un’idea di società, almeno di politica. Un ‘insieme di mancanze che se potevano andare pure bene all’atto della presentazione di un programma di governo, non convincono per nulla se se si vuole rifondare un partito che anzitutto parla alla sinistra del paese…

(continua)

Libera l’ambiente a partire da casa tua

Ds, al via la campagna “Libera l’ambiente a partire da casa tua”

Al via la campgna dei Ds “Libera l’ambiente a partire da casa tua”. Giovedi 15, venerdì 16 e sabato 17 febbraio (in occasione del decimo anniversario della firma del protocollo di Kyoto) verranno organizzate centocinquanta iniziative in tutto il territorio al fine di sensibilizzare la popolazione sui temi dell’ambiente e dell’energia e fare conoscere ai cittadini i provvedimenti previsti dalla legge Finanziaria in questo campo…

(continua)

Il partito democratico che vorrei

Vi scrivo per darvi maggiori notizie, come molti di voi mi hanno chiesto, sull’incontro ‘Il Partito Democratico che vorrei. Passioni, valori e coraggio per una nuova politica’. Sabato prossimo, 17 febbraio, dalle 9.30 alle 13, ci ritroveremo al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, in via G. Pepe 43/47 per dare il via a una nuova politica. Io, con il consigliere del comune di Roma, Paolo Masini, insieme a tanti altri, abbiamo pensato fosse venuto il momento di aprire la discussione con voi. Tra i primi a sostenere l’iniziativa, tra gli altri, Massimo Pineschi, presidente del consiglio della regione Lazio, Silvio Di Francia e Jean Léoanard Touadì, assessori rispettivamente alle Politiche culturali e alle Politiche giovanili del Comune di Roma, Paolo Masini,  Eugenio Patanè e Carlo Fayer consiglieri al comune di Roma, Massimo Rendina, presidente dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Roma e Lazio, ma anche Andrea Novelli, presidente provinciale per Roma della Uisp (Unione italiana sport per tutti) e Mattia Stella, presidente dei Giovani per la Costituzione.Ma oltre ai nomi noti, per la reale riuscita di questo evento, è fondamentale che partecipiate tutti voi. L’obiettivo principale, infatti, è quello di aprire un vero e proprio dialogo nella società civile con il mondo dell’associazionismo, della cultura, del volontariato e dello sport, ma anche naturalmente con  i singoli cittadini. L’idea ci è venuta proprio da voi e dal nostro continuo incontro e confronto. E proprio per questo non potete mancare.Per farvi ancora megli comprendere lo spirito e gli intenti di questo evento che sarà completamente ‘a microfono aperto’, di seguito e in allegato, vi invio il nostro ‘manifesto’, quello a cui se vi trovate d’accordo poterete dare fin da ora la vostra adesione e il vostro contributo.Per avere maggiori informazioni, inoltre, potete già visitare il sito Internet www.ilpartitodemocraticochevorrei.it, dove troverete anche un Forum sulle tematiche più importanti dai ‘Giovani’ al ‘Lavoro’ . Naturalmente quella di sabato, sarà, solamente un primo passo da compiere su una strada che era giusto intraprendere. Vi ringrazio per l’interesse che avete domostrato e conto di vedervi numerosi. Con affetto,

Enzo Foschi

 

Il partito democratico che vorrei

lo immagino aperto alla società, immerso nella vita quotidiana delle donne e degli uomini di questo meraviglioso paese,
che sappia dare opportunità per sviluppare le potenzialità di tutti i cittadini,
che investa sui giovani e sul rinnovamento della classe dirigente,
che si obblighi ad avere un rapporto forte con i poteri sani e un rapporto sano con i poteri forti,
che ridia alla politica la saggezza per perseguire l’interesse collettivo,
che abbassi i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati,
che si riempia di dirigenti e di candidati di provata moralità pubblica,
che persegua la crescita economica italiana legandola allo sviluppo del benessere dei cittadini e a una maggiore equità, alla tutela del consumatore e alla salvaguardia di un ambiente sempre più minacciato,
che metta al centro il diritto al lavoro favorendo la fuoriuscita dal precariato e la formazione continua,
che lavori davvero per una società multietnica e dell’accoglienza,
che valorizzi le diversità religiose e etiche come possibilità di arricchimento culturale per tutti e la laicità come strumento di dialogo e di rispetto delle minoranze,
che si fondi sulla memoria della Resistenza per assolvere alla funzione storica di far crescere la democrazia,
che utilizzi al massimo le potenzialità culturali e turistiche italiane,
che sappia accompagnare il progresso tecnologico,
che si adoperi perché la ricerca scientifica abbia i fondi che le servono,
che combatta sempre e con coraggio per i diritti umani,
che abbia nel dna il valore della pace.
Il Partito Democratico che vorrei, lo immagino capace di rimettere in moto un’Italia ancora troppo ferma economicamente e politicamente, “responsabile” nella sua azione riformatrice e “rivoluzionario” nelle sue idee: con i valori della solidarietà; con la passione delle persone che tutti i giorni nel loro lavoro e nel volontariato si adoperano per far crescere il nostro paese, con il coraggio di fare scelte importanti senza condizionamenti corporativi.
Questo e non solo è il partito democratico che vorrei… Ma il resto lo dobbiamo mettere in tanti, partendo dai quei milioni che hanno votato alle primarie e arrivando anche a quelli che alla politica non si sono finora mai avvicinati.
Di deciso finora c’è soltanto che il partito democratico che vorrei è per un mondo più giusto.

La possibilità in politica

Vorrei non trovarmi davanti alla domanda (capovolta per renderla meno tagliente)… si poteva fare quello che non è stato fatto? e, citando, trovo che la possibilità, in politica, è sempre tragica (o il suo doppio, una commedia delle probabilità che tutto rischia di lasciare inalterato). Ma tentando di non trovarsi (dopo) dinanzi a domande piene di fastidioso rimpianto, proviamo ad affrontare – meglio dire… modestamente contribuire – con attenzione e, soprattutto, passione.Ovviamente parlo del congresso che si appresta. Un congresso che con grande senso della responsabilità deve farci decidere tra una concezione della politica così popolarmente irriconoscibile, ordinante invece che stimolante, incapace di rappresentare ed inventare, tesa alla misura e ad una contabilità facile… e un’altra idea (della politica). Una idea piena e ricca dei valori e del significato di una sinistra consapevolmente riformatrice attraverso cui è possibile azzardare i contorni di altri modelli, opportunità… forma delle cose.E questo necessità di una organizzazione politica collettiva chiara e strutturata, in grado di mobilitare e mettersi in gioco, decidere ed entusiasmare, ascoltare e parlare. Parlare alle donne e agli uomini, ai loro desideri e alle loro necessità (avvolte così crude nell’iniquità irrisolta di questo mondo).È tutta una realtà globale che tiene strette e affatto lontane materie quali la dimensione del lavoro (nel nostro mondo sempre più precaria e concretamente impossibilitante, nell’altro, e più vasto, così drammaticamente contemporanea sino alla soglia di nuove schiavitù)… di uno sviluppo compatibile con l’essenza stessa della materia delle cose che ci circondano e di cui siamo parte… di un più giusto ed equo rapporto tra la potenziale e materiale ricchezza di un pezzo di umanità e un’altra umanità ancora una volta più vasta che nulla possiede, ridotta a merce che produce merce, quando va bene, oppure a cui è negata alcuna umanità… la pace e la guerra perché riteniamo che non sono i dr. stranamore l’elemento costituente delle democrazie, ma queste appartengono ai popoli e da essi sono maturate e scelte e non subite nella forma di intelligenze armate con le loro basi pericolosamente utili e a – molte e molti di noi – non gradite… come diversamente gradito sarebbe pretendere un clima planetario reversibile e anche laico e libertario. Una realtà, questa, che attende risposte capaci di cogliere le profonde trasformazioni che abbiamo alle spalle, che ancora agiscono e che precipitosamente ci corrono incontro. Ed è per ricercare queste risposte e ridurre ogni attesa che ci mettiamo nuovamente in cammino (e lunga e profondamente drammatica, vera e bella è stata ed è la nostra storia).E a proposito di domande e tornando al fatto che si poteva fare quello che non è stato fatto: questo può essere il futuro Partito Democratico? questa è certamente la sostanza che ci metteremo.Sforzo che dovrà rendere una idea differente di sviluppo, riforma e concezione (identità?!) sociale e culturale della società.Impegno che vogliamo condividere ed allargare, in chiave costruttiva, alle molte anime e colori del Centro sinistra. Apriamo laboratori! (sociali e culturali… come prima si accennava)… avviamo uno salto di immaginazione. Si può essere motori di nuovi, diversi e più partecipati cantieri ideali e concretamente riformatori. Cantieri doverosamente impregnati di diverse e molte sensibilità e visioni del mondo, progetti in cui veramente agire la società.

Una società dove ritrovare la funzione civilizzatrice della modernizzazione rispetto all’attuale imbarbarimento del rapporto sociale umano… così, e senza dimenticare le libertà.


 




enrico berlinguer

 

 

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