di Gianni Pittella L’Europa e l’ Italia vivono sfide avvincenti e difficili di una fase storica particolarmente movimentata e critica.
Il passaggio dal fordismo al ciclo di produzione informatico ha mutato il lavoro, nella sua quantità, qualità, distribuzione e nella sua stessa percezione valoriale. Lo sviluppo produttivo è chiamato a fare sempre di più i conti con la “sostenibilità” ambientale, energetica e sociale.Globalizzazione, interdipendenza dei mercati, integrazione europea hanno messo in causa lo stato nazione e le sue capacità regolative e redistributive. I mutamenti demografici rimodellano profilo e volto del nostro Paese, facendo emergere nuove criticità – l’infanzia, i giovani, la terza età – e mettendo la società italiana di fronte ai dilemmi e alle inquietudini della multietnicità.Pulsioni populistiche , leaderistiche, separatiste ci parlano di una crisi della democrazia e loro rapporto con i cittadini. Il PSE, oggi, anche grazie alla spinta propulsiva che ha assicurato il Presidente Rasmussen, è un punto di riferimento politico e programmatico non ancorato a visioni ideologiche e statiche, ma teso ad elaborare risposte complesse alle complesse sfide poste dinanzi a noi.Il PSE non è soltanto la più grande e la più rappresentativa forza riformista europea, è innanzitutto un partito vero, nel quale esperienze e culture diverse sanno confrontarsi e trovare una sintesi più alta, in cui già oggi si riconoscono culture e presenze riformiste di provenienza diversa.
(continua)
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